La città di Modena si trova nella regione climatica della Pianura Padana.
La temperatura media del periodo “CLINO” trentennale 1991-2020 in Osservatorio Geofisico risulta di 14.9°C, le precipitazione medie annue 691.4 mm.
Nel periodo 1861-2022 la temperatura minima assoluta è stata osservata l’11 gennaio 1985 con -15.5°C, la massima assoluta 38.5°C. La massima precipitazione in 24 ore è stata misurata il 5 ottobre 1990 con 165. 4 mm. La velocità massima del vento più alta è stata osservata il 24 luglio 2004 con 112 km/h. La direzione del vento dominante è dal settore ovest, ma sono frequenti anche i venti dal settore est, secondo settore più frequente nella rosa dei venti di Modena.
Riguardo la neve, nel periodo 1991-2020 l’altezza media di neve fresca in 24 ore cumulata nell’anno risulta di 29.5 cm. La massima neve in 24 ore è stata misurata il 14 dicembre 1844 con 89 cm.
Modena è influenzata spesso dal flusso perturbato atlantico, che è particolarmente attivo nel periodo che va dall’autunno alla primavera. In questo periodo si ha inoltre l’influenza di depressioni mediterranee o di ciclogenesi sottovento all’arco alpino (sulla Pianura Padana, sul Golfo di Genova o sul mar Tirreno);
Sul territorio modenese si verificano precipitazioni estese e persistenti quando tali depressioni si trasferiscono dal mar Tirreno verso l’alto o medio Adriatico; in tali condizioni infatti le correnti cicloniche orientali risultano particolarmente efficaci, esaltate anche dal sollevamento forzato operato dall’orografia appenninica. Se queste situazioni sono associate ad afflussi di aria fredda, possono verificarsi precipitazioni nevose anche abbondanti.
Tuttavia, la serie di perturbazioni e depressioni si alterna a periodi in cui si ha la presenza dell’anticiclone dell’Europa centrale o di quello delle Azzorre. Particolarmente nel periodo invernale la presenza di condizioni anticicloniche favorisce l’effetto di subsidenza; in tali circostanze si attivano inversioni termiche che bloccano nei primi strati vicino al suolo i moti verticali; di conseguenza si accumulano progressivamente le varie sostanze inquinanti emesse dal traffico veicolare, dal riscaldamento ecc. L’inversione termica determina inoltre sempre in prossimità del suolo uno strato più denso e freddo che saturando l’aria produce frequenti formazioni nebbiose.
Durante l’estate l’influenza dell’anticiclone dinamico delle Azzorre o di quello subtropicale favoriscono numerose giornate soleggiate. Nel corso dei primi decenni del XXI secolo in estate e talora anche in altre stagioni è comparso sempre più frequente un anticiclone di origine africana, apportatore di intense e prolungate ondate di caldo.
La particolare morfologia della Valle padana, che risulta circondata dalla catena alpina ed aperta solo sull’Alto Adriatico, consente un incremento giorno dopo giorno dell’ umidita’ relativa , favorito dallo scarso gradiente barico orizzontale, ne consegue un crescente disagio fisiologico dovuto al caldo afoso.
Dopo alcuni giorni con condizioni di caldo-umido se interviene un abbassamento del fronte polare con ingresso sulla Pianura Padana di fronti freddi, o talvolta anche solo una leggera infiltrazione di aria fresca e instabile, il contrasto tra masse d’aria dalle caratteristiche termoigrometriche così diverse produce intense linee temporalesche entro le quali si possono avere anche fenomeni vistosi (piogge torrenziali, intense raffiche di vento, consistente attività elettrica , e in certe condizioni anche lo sviluppo di trombe d’aria).
Dalla serie storica dell’Osservatorio Geofisico che ha inizio dal 1830 per le precipitazioni idriche e nevose, dal 1861 per le temperature e dalla fine del XIX secolo per gli altri parametri meteo è emerso che in questi ultimi decenni si sono registrati diversi record meteorologici secolari ( massimi assoluti di temperatura decadici e mensili, prolungati periodi con “giorni caldi” e “notti tropicali”, forti precipitazioni alternate a periodi siccitosi, temporali dannosi con grandine di grosse dimensione e venti di downburst, tornado nei pressi della città ecc.). Sono in corso attività di ricerca scientifica per valutare meglio e in dettaglio queste anomalie e la loro significatività statistica.
Per maggiori informazioni:
- Report annuali dell’Osservatorio Geofisico, https://www.ossgeo.unimore.it/misure-meteo/report-annuali/
- Volume “L’Osservatorio di Modena: 180 anni di misure meteoclimatica”, SMS Società Meteorologica Italiana, 2008, consultabile nelle biblioteche di UNIMORE o acquistabile dalla SMI Nimbus: http://www.nimbus.it/meteoshop/VediLibro.asp?IdArticolo=559&IdPag=1