COMUNICATO STAMPA
Disponibili le prime elaborazioni climatiche di dicembre e dell’anno 2020 dell’Osservatorio Geofisico di Unimore. Dicembre risulta mite e molto piovoso, mentre l’anno appena concluso si conferma da caldo record, con piovosità poco sopra la media, ma con forti anomalie nella distribuzione mensile delle piogge.
Le prime elaborazioni, riferite alla stazione di Piazza Roma dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari di Unimore, riconosciuta come stazione centenaria dal WMO, registrano l’anno 2020 come tra i più caldi e con piovosità anomale nelle distribuzione mensile delle piogge.
La temperatura media del 2020 è di 16.1°C e si posiziona al terzo posto nella classifica degli anni più caldi dall’inizio delle osservazioni a Modena. In prima e seconda posizione vi sono rispettivamente il 2014 con 16.3°C e il 2019 con 16.2°C. La media climatica 1981-2010 è di 14.3°C, dunque l’anomalia rispetto alla climatologia di riferimento è di +1.8°C.
“Quando iniziai a lavorare in Osservatorio nel 1987 – commenta Luca Lombroso tecnico meteorologo dell’Osservatorio Geofisico di Unimore – la temperatura media era di 13.5°C e l’anno più caldo non andava oltre i 14.5°C. A quell’epoca era il 1945 l’anno più caldo. Nel 1994 per la prima volta vidi “l’anno più caldo”, allora con 14.7°C, nel 1998 osservammo il superamento della soglia dei 15°C di temperatura media e nel 2014 di 16°C. Un’accelerazione di riscaldamento locale, coerente con quello globale, che nessuno prima di noi fra chi ci ha preceduto ha visto così rapida durante la sua attività osservativa”.
Le piogge complessive del 2020 assommano a 741.4 mm, superiori alla media (660.7 mm sul periodo 1981-2010) con un eccesso del 11%. È uno scostamento poco rilevante statisticamente, ma è sull’andamento mensile che si notano grandi anomalie, con febbraio, maggio e novembre piuttosto siccitosi e giugno, agosto e soprattutto il mese di dicembre che spiccano per la loro piovosità.
Dicembre, in particolare, con 186.5 mm risulta uno dei più piovosi dall’inizio delle misure, addirittura con una piovosità tripla rispetto a quella che ci si aspetta dalla climatologia. Era dal 1869 (231.6 mm) che non pioveva tanto a dicembre e solo 4 volte dicembre è stato più piovoso rispetto al 2020 che si posiziona come il sesto più piovoso per la serie dell’Osservatorio Geofisico di Unimore. Sempre dicembre ha avuto una temperatura media di 6.5°C, superiore alla media 1981-2010 di 1.5°C, e di conseguenza si aggiudica il settimo posto come mese di dicembre più caldo.
“Del mese appena passato, – commenta l’ing. Sofia Costanzini dell’Osservatorio Geofisico DIEF di Unimore – ricordiamo l’evento nevoso del 2 dicembre seguito poi da una intensa perturbazione con venti caldi in quota che ha comportato notevoli accumuli pluviometrici con 58.6 mm di poggia caduti da sabato 5 a lunedì 7, a fronte dei 56.2 mm della media climatologica del mese. Il giorno più piovoso di dicembre, il 5 con 53.1 mm, è anche il giorno più piovoso del 2020. Infine, passerà alla storia il “Bianco Natale di Grandine”, l’inconsueta grandinata con temporale del 25 dicembre, evento mai visto in questa intensità non solo a Natale ma nel mese di dicembre. Questo evento infine è stato registrato con altezza neve 1 cm, attribuita alla parte di neve granulosa (graupel) che accompagnava la precipitazione.
Quanto a neve, il 2020 ha visto poche apparizioni di neve molto debole, con un totale nell’anno di soli 5 cm, rispetto a una media 1981-2010 che vede mediamente 29.8 cm di neve cadere nell’anno.
“L’anno appena trascorso, – conclude l’ing. Francesca Despini dell’Osservatorio Geofisico di Unimore – ha rappresentato per noi una grande sfida. Durante il periodo del lockdown abbiamo dovuto fronteggiare diverse difficoltà legate alla pandemia per riuscire a mantenere le osservazioni, e manutentare le stazioni nonché a mandare avanti diversi progetti. Il riconoscimento di Stazione Centenaria ricevuto dal WMO, maturato dopo tanti sforzi di tutti coloro che negli anni si sono battuti per mantenere in vita l’Osservatorio, ci spinge ad approcciarci al futuro con maggiore responsabilità e rinnovato entusiasmo”.