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Sorge questo Regio Osservatorio fra li due fiumi, Secchia e Panaro, che scorrono poco lungi quello da occidente a settentrione e quello da mezzogiorno a levanti, diretti a scaricare nel Po le loro acque, di che son copiosi a primavera e nel verno per grandi piogge o al disciogliersi delle nevi dell’Appennino, e restandone quasi affatto privi nella parte inferiore dell’alveo, allorché nella stagione del calore e della siccità le acque superiori ne vengon tratte e condotte per canali a oggetto di mulini ed irrigazioni
L’Osservatorio Geofisico di Modena
L'Osservatorio Geofisico di Modena è una delle istituzioni storiche dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Attualmente è gestito e fa parte del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.
Responsabile scientifico: Prof. Sergio Teggi
Responsabile tecnico: Luca Lombroso
Staff Osservatorio: Francesca Despini, Sofia Costanzini
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News
Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024
Per il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2024 promosso da ASVIS, Osservatorio Geofisico apre le porte alla cittadinanza per visite ad accesso libero. L’Osservatorio partecipa alle iniziative dell’Associazione per la RSI con aperture straordinarie il 10 e l’11 maggio, e ospita diversi laboratori ed attività nella speciale serata del 10 maggio. Scopri qui gli eventi: Settimana dal 7 all’11 maggio – Iniziative in collaborazione con l’Associazione per la RSI La serata del 10 maggio – Unimore per il Festival dello Sviluppo Sostenibile Per ulteriori informazioni scrivere a ossgeo@unimore.it
Premi di laurea in memoria del dott. Marcello Fiorentini – II edizione
(Da www.unimore.it) “Costruendo un futuro sostenibile: ingegneria applicata alle sfide del nostro territorio” è l’appuntamento organizzato dal Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Civile Ambientale di Unimore che si terrà mercoledì 11 ottobre alle ore 16.30 nell’Aula P1.4 del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” (Via Pietro Vivarelli 10) a Modena. Nel corso dell’evento saranno consegnati i due Premi di laurea in memoria del dott. Marcello Fiorentini, ingegnere già assegnista di Unimore, scomparso prematuramente a febbraio 2021. L’iniziativa giunge alla sua seconda edizione ed intende valorizzare il lavoro di laureati e laureate magistrali in Ingegneria Civile e Ambientale le cui tesi di laurea trattano temi riguardanti l’ambiente e la sostenibilità ambientale e siano finalizzate all’individuazione di soluzioni legate ai problemi del territorio modenese e reggiano a cui il dott. Fiorentini era molto legato. I vincitori della II edizione del premio di studio “Marcello Fiorentini alla memoria” sono il dott. Leonardo Beltrami con una tesi dal titolo “Monitoraggio di composti climalteranti in ambiente urbano: prototipazione di uno strumento portatile per misurare la CO2 atmosferica e mappatura delle concentrazioni a Modena” e la dott.ssa Giada Possemato con una tesi dal titolo “Monitoraggio ad alta risoluzione dell’evoluzione di fenomeni franosi mediante fotogrammetria da drone”. I due vincitori presenteranno un estratto dei loro lavori di tesi durante l’evento. Nel seminario ricercatori e ricercatrici di Unimore affronteranno diverse tematiche legate al territorio dal monitoraggio delle strutture, al dissesto idrogeologico ai cambiamenti climatici. Nell’occasione si parlerà dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna a maggio 2023 analizzando le particolari condizioni meteorologiche dell’evento e con la presentazione del libro “Il tesoro sommerso, Storie tra fango e speranza nell’alluvione del 16-17 maggio 2023 in Emilia-Romagna” di Luca Lombroso e Andrea Raggini, Edizioni Artestampa. Il volume nasce da un progetto di Emilia-Romagna Meteo a.p.s. e gli utili saranno devoluti interamente alle popolazioni colpite dall’alluvione. “Il seminario – afferma il prof. Francesco Mancini di Unimore – nasce dalla volontà di mantenere sempre vivo il ricordo di Marcello Fiorentini attraverso il racconto di quelli che erano i suoi interessi scientifici, rivolti all’utilizzo dei metodi ingegneristici per la tutela e conoscenza del territorio e dei fenomeni che lo interessano. Il seminario tratterà tematiche innovative che oggi ci consentono di studiare gli ambienti costruiti e naturali, in un contesto di cambiamenti climatici in atto ed esigenze di sostenibilità”. Sarà inoltre l’occasione per il kick-off di un Progetto di Valorizzazione e Rigenerazione di una porzione di area verde del Campus di Ingegneria Enzo Ferrari di Modena, iniziativa fortemente sostenuta dagli studenti e di cui Unimore ha ricevuto il cofinanziamento da parte di Fondazione di Modena con il Bando Verde Comune 2023. “Il nostro Ateneo – sottolinea il Rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro – ha incluso la sostenibilità come obiettivo strategico, per cui l’evento di oggi nei suoi diversi aspetti è particolarmente significativo. Nell’ambito del nostro Piano 2023-2025 l’investimento sugli spazi universitari è prioritario, sia per migliorare la qualità degli ambienti di studio, di ricerca e in generale di lavoro, sia per realizzare nuove residenze universitarie, sia per ridurre i consumi energetici e incrementare gli spazi verdi come quello progettato nel Campus di Ingegneria su impulso dei nostri studenti. Grazie anche al cofinanziamento della Fondazione di Modena, intendiamo quindi contribuire alla riqualificazione urbanistica e al miglioramento dell’attrattività dell’Università e della Città.” “Verde Comune – sottolinea il Presidente di Fondazione di Modena Matteo Tiezzi – non è solamente un bando per rinnovare parchi e spazi verdi urbani, ma un’azione di consapevolezza ambientale che rispecchia la sfida globale Città Sostenibili dell’Agenda Onu 2030. L’iniziativa di Unimore propone una pluralità di apprezzabili obiettivi interconnessi: migliorare la qualità della vita aggregativa di coloro che frequentano il Campus, rendere gli spazi accessibili e preziosi per tutti i cittadini di questa parte della città, accorciare le distanze tra l’ambiente accademico e la comunità, creando allo stesso tempo un luogo di trasferimento dei risultati della ricerca e di disseminazione della cultura sulla sostenibilità”. Nella locandina qui sotto il programma dettagliato dell’evento: Locandina_Costruendo_un_Futuro_SostenibileDownload
Meteo Pillole e Curiosità
6 Maggio 1861
Le previsioni per domenica 5 maggio 2019 parlano di pioggia per la città di Modena con possibilità di nevicate però anche a basse quote… In attesa di vedere se domani ci sveglieremo con qualche fiocco bianco (ovviamente in mezzo a tanta pioggia), torniamo un pò indietro nel tempo…. Per vedere la neve a maggio a Modena bisogna tornare al 6 maggio 1861, giornata in cui l’allora Direttore dell’Osservatorio Geofisico annotava: Dalla mezzanotte del 5 fino alle 2 h del 6 neve copiosa, che raggiunse l’altezza di 10 centimetri. Alla neve tenne dietro la pioggia. I rami di molti alberi si ruppero per il soverchio peso della neve. Nel mattino del 6 i tetti rimasero coperti fin verso le 10 h. Alle 14 h era scomparsa ogni traccia di neve. Pietro Tacchini, 6 maggio 1861
Alcune note di aprile degli anni passati
La notte scorsa brina e di mattina qualche bruscolo di neve..24 Aprile 1855 A Modena vento forte. Segnalato a Fiumalbo forte uragano, tuoni, lampi, pioggia dirotta, neve per 20 e più cm, vento impetuoso.27 Aprile 1881 Temporale con grandine rada e grossa, alle 2.34 del pomeriggio era allo stato deliquescente.20 Aprile 1884
Un po’ di Storia
L'Osservatorio Geofisico fu istituito nel 1826 per volere del Duca Francesco IV d’Este che concesse in uso perpetuo gratuito la torre di levante Palazzo Ducale per l’istituzione, allora, di un Osservatorio Astronomico.
Nel corso degli anni, subì una lunga evoluzione sia per il mutare degli interessi scientifici sia per i fatti storici intercorsi, dall’Unità d’Italia alle guerre Mondiali, divenendo prima Osservatorio Meteorologico quindi Geofisico.
Anche oggi, pur con i nuovi interessi ambientali, mantiene la denominazione originale (Osservatorio Geofisico) perché è quella che più si addice e con la quale è nota ai modenesi e non solo.
Fin dalla nascita, oltre alle osservazioni degli astri, venivano annotate anche le condizioni e osservazioni meteorologiche originando così la serie storica meteoclimatica di Modena. Questa serie rappresenta il filo conduttore dell'unione del passato col presente ed è una delle più lunghe e ininterrotte d’Italia, tanto da essere stata oggetto di varie pubblicazioni nel corso del tempo. Essa rappresenta quindi un bene di notevole interesse storico, scientifico e culturale. Peraltro l’Osservatorio Geofisico di Modena è uno dei pochi, in Italia, che continua ad esistere ed operare e ad eseguire le misure nel medesimo sito di origine.
Attualmente le osservazioni sono state ampliate a varie altre grandezza meteorologiche, geofisiche e ambientali e sono effettuate anche in altre stazioni nel territorio modenese e reggiano che confluiscono nella rete locale di osservazioni gestita presso il LARMA (laboratorio di Analisi, Rilevamento e Monitoraggio Ambientale) nella sede di via Vivarelli del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”.
Le osservazioni meteorologiche e geofisiche costituiscono un elemento essenziale per molti settori di ricerca dell'Università di Modena e Reggio Emilia, alcune delle quali sono descritte nella sezione Ricerche.
La sede storica dell'Osservatorio Geofisico, presso il torrione di levante di Palazzo Ducale, ha anche al suo interno un Museo Astronomico e Geofisico che raccoglie il notevole patrimonio storico museale dell’Osservatorio. I manoscritti delle osservazioni, libri e documentazione storica, strumenti scientifici del XIX-XX secolo astronomici, meteorologici, geofisici, ottici ecc sono parte integrante dell’Osservatorio Geofisico.